Carapaz vince il Giro d’Italia 2019, Vincenzo Nibali secondo
Ultimo aggiornamento: June 3, 2019 di Enzo Calabresi
Il Giro d’Italia 2019 finisce in Sudamerica. Tra Vincenzo Nibali e Primoz Roglic alla fine l’ha spuntata l’equadoregno Richard Carapaz, bravo ad approfittare della libertà ricevuta sulle prime salite e a difendere il vantaggio nella terza settimana di corsa. L’uomo della Movistar ha difeso il cospicuo vantaggio accumulato nella cronometro finale di Verona e ha chiuso con un vantaggio di 1’05” sul siciliano.
Giro 2019: la storia della corsa
L’edizione numero 102 del Giro d’Italia era partita da Bologna con il cronoprologo del San Luca. La corsa perdeva però nei primi giorni uno dei protagonisti più attesi, l’olandese Tom Dumoulin, lasciando come principale favorito lo sloveno Primoz Roglic, specialista delle corse contro il tempo e dominatore di Tirreno-Adriatico e Romandia. Lo sfidante designato non poteva che essere Vincenzo Nibali, attesissimo da tutti i tifosi italiani.
Il tracciato del Giro 2019 presentava un’insolita assenza di montagne per i primi dieci giorni di gara. Per vedere le prime salite vere si è dovuto aspettare dopo il primo giorno di riposo e la seconda cronometro, quella di San Marino che ha visto Roglic assoluto protagonista e Nibali difendersi molto bene. Tutti gli altri ciclisti sembravano tagliati fuori dalla corsa alla maglia rosa, avendo accumulato distacchi già molto importanti. Questa anomalia del percorso rispetto alle tracciature degli anni scorsi ha probabilmente tratto in inganno lo Squalo dello Stretto, che nelle prime due tappe alpine si è preoccupato di marcare a uomo lo sloveno, permettendo a vari corridori come Landa, Majka, Mollema, Lopez e soprattutto Carapaz di rientrare in classifica.
Questo errore di valutazione è costato probabilmente la vittoria finale a Nibali, anche se a onor di cronaca l’equadoregno non ha rubato niente, dimostrandosi, insieme al compagno di squadra Landa, tra i migliori quando la strada cominciava a salire. L’altimetria della terza settimana non ha aiutato lo spettacolo. Anche il maltempo si è messo di mezzo, costringendo gli organizzatori a cancellare l’ascesa del Gavia dalla tappa del Mortirolo. Nibali ha provato ad attaccare Carapaz senza riuscire a staccarlo significativamente, mentre Roglic, accusando alcuni minuti a Ponte di Legno prima e a Monte Avena poi, concedeva al siciliano un’amara piazza d’onore, con Landa che andava ad agguantare il terzo gradino del podio.
La crono di Verona e le statistiche più interessanti
L’ultima tappa, una cronometro di 17 chilometri con partenza e arrivo a Verona, non ha lasciato spazio per una rimonta di Vincenzo Nibali. Domenica il messinese è riuscito a guadagnare su Carapaz una cinquantina di secondi, buoni solo per difendere il secondo gradino del podio. Podio che invece Mikel Landa ha dovuto restituire a Roglic: il basco e lo sloveno hanno terminato rispettivamente a 2’38” e 2’30” dalla maglia rosa.
Al netto della delusione per la mancata vittoria, questa edizione del Giro ha confermato quanto Nibali verrà rimpianto dai tifosi italiani, una volta che avrà appeso la bici al chiodo. Col secondo posto di Verona, il siciliano ha collezionato ben 11 podi finali nei tre grandi giri, primo, insieme a Froome, tra i ciclisti in attività. Dietro di lui non si vedono azzurri capaci di poter lottare in futuro sulle tre settimane per la classifica finale. Davide Formolo, dopo due decimi posti consecutivi, ha chiuso quindicesimo, senza mai tenere la ruota dei migliori in salita.
Hanno sorpreso in positivo i giovani Masnada e Ciccone, sempre all’attacco quando la strada ha cominciato a salire. Il bergamasco si è aggiudicato la frazione di Cassino, mentre l’abruzzese si è portato a casa la durissima tappa di Ponte di Legno e la classifica scalatori e secondo Magrini è il nome nuovo per il futuro tricolore nelle corse a tappe.