Crotone calcio: quando il pallone si fa maestro di vita
Ultimo aggiornamento: June 22, 2017 di Enzo Calabresi
Domenica 28 maggio 2017: riflettori puntato sull’Olimpico di Roma, teatro del saluto definitivo di Francesco Totti al calcio giocato. Tante lacrime di tristezza che hanno messo in sordina l’impresa epica del Crotone, la compagine guidata dall’ottimo Davide Nicola protagonista di una delle più rocambolesche salvezze di tutta la storia della serie A. Un finale di stagione davvero incredibile in effetti quello della matricola calabrese, per certi versi parecchio simile ad una fiaba Disney a lieto fine. Basti pensare che a 9 giornate dal temine della massima serie la squadra aveva ben 8 punti di svantaggio nei confronti della quart’ultima in classifica, l’Empoli. Un gap a tal punto sostanzioso che probabilmente persino la tifoseria locale si era già abituata all’idea di un istantaneo ritorno nella serie cadetta. E invece Davide Nicola e compagine non si sono persi d’animo, hanno inserito il turbo e macinato punteggio con un ritmo da alta classifica, fino al sorpasso definitivo avvenuto proprio nel corso dell’ultima gara dopo il trionfo con l’ottima Lazio di Inzaghi.
Intervistato al termine dell’impresa il tecnico della formazione calabrese ha addirittura scomodato recenti teorie scientifiche al fine di descrivere l’impresa appena realizzata: “È stata vincente la capacità di pensare a delle realtà che non vedevamo. Come nella fisica quantistica. Per gli altri non era possibile niente, noi invece intravedevamo qualcosa che poi si è avverato. Ed essere così costanti, positivi, ed esserlo per un lungo periodo come è un campionato, e rimanere coerenti nella nostra cultura del lavoro, è stato un enorme pregio. Ora posso dire che una notte del genere l’avevo sognata, anzi prevista, fin dall’inizio: pensavo a una salvezza soffertissima all’ultima giornata. È stato come vincere un campionato, non trovo le parole per descrivere quello che è successo. Provo gratitudine, non so bene verso chi o verso cosa, ma è la parola che mi viene in mente. Ma non dite che è stata una favola, forse lo è stata l’ultima giornata, perché oltre alla nostra vittoria serviva la reazione d’orgoglio di una squadra, il Palermo, che non aveva più nulla da chiedere al campionato. E questo capita una volta su dieci”.
Dichiarazioni da cui traspare da un lato un carisma insolito per chi come lui è un esordiente della massima serie, dall’altro una qualità interiore densa e palpabile. Perché in effetti quest’impresa non è stata solo sportiva ma anche e soprattutto umana. Una storia che conferma ancora oggi il calcio come territorio fucina di narrativa pedagogica, al di là di tutte le critiche da sempre rivolte a questo sport per via del giro di miliardi che attorno ad esso ruotano e degli scandali meno edificanti verificatisi negli ultimi decenni.
Cosa farà adesso Nicola? Cosa lo attende in futuro? Le risposte a questi interrogativi non sono ancora disponibili. Perché se è vero che da un lato il Sassuolo ha mostrato interesse per il tecnico piemontese, è altrettanto vero che dall’altro il suo contratto con il Crotone prevedeva già un automatico rinnovo in caso di salvezza. Non resta perciò altro da fare che rimanere sintonizzati anche sotto l’ombrellone, con la speranza che anche il prossimo anno la serie A possa essere così spettacolare, romantica e istruttiva.